Recensione libro: Loving the demon

Recensione del libro “Loving the demon” di Nicole Teso.

La lettura della trama mi aveva entusiasmata, illudendomi che mi sarebbe piaciuto, invece mi ha solo portato su una strada sbagliata.

Ho finito questo libro in un giorno, non perché non riuscissi a staccarmene, ma perché non sono solita abbandonare i libri e sapevo che se non lo avessi concluso non avrei letto nient’altro e non volevo sacrificare le mie letture estive per colpa di questo, quindi ho cercato di toglierlo di mezzo nel minor tempo possibile.

Di seguito, la recensione per spiegare meglio perché l’abbia trovato così orribile (perché è giusto che si sappia).

Loving the demon

511UHpGJn7LTitolo: Loving the demon

Serie di appartenenza: Loving the demon (1)

Autrici: Nicole Teso

Trama: Las Vegas era l’occasione per iniziare una nuova vita e seppellirmi il passato alle spalle.
Non avrei mai potuto immaginare che sarei stata rapita e rinchiusa in una cella buia, pronta a diventare una schiava del piacere.
Jake Evans mi distruggerà, piegandomi ai suoi desideri e consumando la mia anima.
Lui è la mia condanna a morte.

Lei avrebbe dovuto essere una prigioniera come tutte le altre, pronta a soddisfare i desideri dei miei clienti.
Non avrei mai potuto immaginare che mi avrebbe dato così tanto filo da torcere.
Brittany Moore sta sfondando le barriere nella mia testa, facendomi crollare e riportando a galla un passato che credevo sepolto.
I demoni mi stanno reclamando…
Lei è il mio tormento.

Recensione: L’ho valutato 1 stella su 5. Per essere un lavoro di self-publishing ho trovato pochi refusi (anche se forse l’autrice dovrebbe imparare che esistono altri tasti oltre all’”invio”) e la trama ha un suo senso (più o meno… forse… all’incirca… magari… chiudendo un occhio… e ora anche l’altro…), ma, anche accettando la sospensione dell’incredulità, è stato troppo.

All’inizio avrei quasi fatto i complimenti all’autrice per la nota a inizio libro che stava a spiegare cosa fosse la Sindrome di Stoccolma, la precisazione che si sarebbe trattato di un rapporto malato e non romantico, e per il rimarcare che non andava bene il comportamento di lui. Solo che poi, però, ha cercato di giustificarlo, tale comportamento.
Sono convinta che “villains are made, not born” e il “cattivo perché sì” non vada più bene in letteratura, ma le motivazioni di Jake sono carta velina: voleva dimostrarsi un uomo migliore di suo padre, perché non ha chiuso l’“attività” una volta “salito al potere”? Pure la sua amicizia con Jason mi lascia perplessa. In tutto ciò, l’autrice chiede alla protagonista – e, quindi, al lettore – di perdonarlo, compatirlo, empatizzare… ma anche no.
Senza contare che la Sindrome di Stoccolma non funziona così, non si sviluppa in due giorni (non importa se Brittany dice di essersi allenata per N tempo, aveva già iniziato a provare qualcosa per lui); se una canzone degli One Direction è più informata (i.e. Stockholm Syndrome), c’è qualche problema.

I personaggi sono insensati: Jake, oltre a ciò che ho sovraesposto, dice di non baciare alla leggera e poi sta sempre a sbaciucchiarsela; Brittany, invece, è incoerente, sostiene di essere una donna forte e poi sta sempre a piangere e scappare.
Altra pecca nello stile e caratterizzazione: se si decide di narrare con due punti di vista entrambi in prima persona, bisogna essere in grado di differenziare i registri narrativi, l’autrice chiaramente non ci riesce perché entrambi i personaggi usano lo stesso linguaggio e pensano le stesse cose.

Il libro si dimostra debole anche sotto l’aspetto “soprusi e sevizie”: l’“Inferno” sono ragazze che ballano sui pali *not impressed*. È come se l’autrice avesse voluto osare, ma poi si sia spaventata e tirata indietro.

Ultima nota: ho capito il giochetto della “metafora”, ma ripetere in continuazione “angelo, demone, Inferno, Diavolo” e simili diventa solo noioso a lungo andare.

Mi dispiace per la delusione che si è rivelata il libro, dato che lo seguo da quando è stata annunciato la copertina (di cui mi ero innamorato) e l’ho acquistato il giorno stesso in cui è uscito (anche se ho avuto tempo di leggerlo solo ora).

TLTR: Non mi è piaciuto e non leggerò il seguito (né altro dell’autrice).

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